martedì 28 giugno 2011

Astrologia Oraria, la radicalità di una carta

William Lilly
Tra le tante, tantissime regole dell'oraria, la più sfuggente e meno compresa, quindi la meno seguita di tutte è sicuramente quella che definisce la radicalità di una carta.A questo proposito alcuni astrologi moderni, come John Frawley ad esempio, preferiscono saltarla a piè pari giudicandola come un retaggio di abitudini medioevali, altri come Anthony Louis consigliano l'uso del buon senso e se possono ci passano sopra senza troppi rimorsi, altri ancora infine, come Deborah Houlding, la considerano parola sacra e come tale non abrogabile senza giusto motivo...ma vediamo intanto di cosa stiamo parlando.

L'astrologo che deve rispondere ad una domanda usando le tecniche dell'astrologia oraria, stende una carta per l'ora e il luogo in cui si trova al momento in cui "comprende la domanda stessa" ma prima di iniziare l'esame della carta per dare il suo giudizio cioè la sua risposta, deve seguire quelle che Bonatti e Lilly chiamano "considerazioni prima del giudizio" e tra queste (ve ne sono più di una) c'è la definizione di carta radicale o non radicale in base alla congruità tra il pianeta governatore dell'ora (del momento cioè per cui è stata eretta la carta) e la carta stessa rappresentata dal segno ascendente.

Se Asc e governatore dell'ora vanno d'accordo la carta è considerata radicale, radicata cioè nella domanda, e quindi può essere letta e interpretata secondo le regole, se l'accordo non c'è allora la carta viene giudicata non radicale, non adatta all'interpretazione, come se il mancato accordo tra l'Ascendente e il momento scelto per erigere la carta stesse a significare che non non vi è sufficiente sintonia tra il richiedente con la sua domanda e l'astrologo con il suo tema di risposta, come se le stelle cioè si rifiutassero di collaborare facendo mancare la loro testimonianza di sincronicità, ciò che sta in alto non corrisponde più a ciò che sta in basso, manca cioè il collegamento tra cielo e terra.

Come si giudica l'accordo di cui sopra? esistono a questo proposito regole abbastanza dettagliate ma non coincidenti tra i vari autori antichi, chi ha fatto uno studio sull'argomento come la Houlding qui preferisce usare la formula allargata che tiene in considerazione il maggior numero di casi favorevoli alla radicalità.

Una carta di oraria si può quindi considerare radicale e atta alla interpretazione se viene soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:

1) il governatore dell'ora e il governatore dell'Asc sono lo stesso pianeta.
        (es. Luna governatore dell'ora con Ascendente della carta in Cancro)
2) il governatore dell'ora e il governatore dell'Asc sono della stessa Triplicità
        (es. Venere governatore dell'ora e Ascendente in Vergine di giorno)
3) il governatore dell'ora e il governatore dell'Asc sono in segni della stessa triplicità
        (es. Giove governatore dell'ora si trova in Gemelli con Asc in Leone e Sole in Bilancia)
4) il governatore dell'ora è dello stesso tipo "umorale" del segno in cui si trova.
        (es. Mercurio governatore dell'ora si trova in Capricorno, entrambi "freddi e secchi")

la regola 2) si spiega anche dicendo che il governatore dell'ora è il governatore della triplicità (in carta diurna o notturna o entrambe a seconda dei casi) a cui appartiene il segno all'Asc.

la regola 4) trova interpretazioni leggermente dissimili per la non perfetta coincidenza delle attribuzioni di umore ai pianeti e segni nella tradizione astrologica, si preferisce in genere attenersi alle indicazioni date da William Lilly nel suo Christian Astrology.

E adesso? come deve comportarsi l'astrologo che si trova davanti ad una carta non esattamente radicale? la risposta è sempre nelle mani o, meglio, nella testa dell'astrologo stesso che deve giudicare caso per caso se la carta dopo tutto mostra di avere un accordo con la domanda stessa oppure nò, ed è questa per molti autori, come anche per mè, la regola da seguire in questi casi.

Se la carta mostra di aderire alla domanda, ne riflette l'essenza, rispecchia il carattere o caratteristiche peculiari del consultante o della materia consultata allora andiamo pure avanti con l'interpretazione, tenendo però sempre presente che anche la mancata radicalità della carta secondo le antiche regole fa parte della risposta, e l'astrologo deve tenerne conto nel suo giudizio.
In che modo? questo non è possibile stabilirlo ed è più questione di sensibilità personale dell'astrologo che non di raccomandazioni o suggerimenti provenienti dai sacri testi dell'Arte, il concetto base è che qualcosa non è perfettamente in sintonia e per trovarla c'è da cercare tra i fattori che intervengono nel giudizio stesso, l'astrologo, il consultante, la domanda, la materia inquisita, o infine le altre persone o cose o eventi che sono abbastanza rilevanti da meritarsi un proprio significatore nel tema in oggetto.

Non mi resta quindi, in caso di carta oraria non radicale, che dare all'aspirante astrologo il consiglio di manzoniana memoria "adelante Pedro,....adelante con juicio";  avanti, avanti ma con cautela...