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mercoledì 25 maggio 2016

La tecnica delle "Fazioni" o "Sette" secondo l'astrologia classica

Duomo di Monreale- Fiat Luminaria in Firmamento Coeli
Una delle tecniche più antiche da poco ritornata in uso nella analisi dei temi natali è quella della Hairesis oggi più nota come "delle Fazioni o Sette".
Molto usata da tutti gli astrologi in epoca ellenistica e considerata a quel tempo insostituibile venne poi pian piano abbandonata per essere oggi praticamente dimenticata e inutilizzata dalla maggioranza degli astrologi moderni.

Per inquadrare subito questa tecnica e darle il giusto rilievo storico, dobbiamo riandare ad un passo della Bibbia spesso citato dagli astrologi antichi e precisamente: " ...e fece Dio due luminari grandi e il luminare più grande che presiedesse al giorno e il luminare più piccolo che presiedesse alla notte..." (Genesi 1.16)

Su questo assunto si basa gran parte dell'astrologia di epoca ellenistica, la distinzione cioè che va fatta in ogni tema natale tra nascita diurna o notturna a seconda se il Sole, al momento della nascita, si trova sopra o sotto l'orizzonte (l'asse Ascendente/Discendente), nel caso di nascita diurna il pianeta che presiede la carta natale è il Sole, nel caso contrario è la Luna.

Dobbiamo quindi ricordarci che secondo tradizione i pianeti sono suddivisi in due categorie principali, opposte sia per la loro natura maschile o femminile ma anche per la loro natura diurna o notturna visto che per la maggioranza degli astrologi queste definizioni erano equivalenti poichè derivavano dalle stesse qualità naturali dei pianeti e cioè: freddo, caldo, umido, secco (vedi anche mio post qui).
In ogni carta natale è solo una di esse a prevalere a seconda della posizione del sole, e quei pianeti che appartengono alla fazione che presiede la carta vengono detti "in Fazione".

Il Sole (ovviamente) assieme a Giove e Saturno sono per tradizione pianeti diurni e  costituiscono la fazione diurna, mentre Luna (ovviamente) con Venere e Marte sono per tradizione notturni e  costituiscono la fazione notturna.

Mercurio ha una natura ambivalente e può essere sia diurno che notturno a seconda che sia orientale o occidentale al sole (a seconda cioè che sorga e tramonti prima o dopo del sole), contano anche eventuali aspetti stretti ad altri pianeti che ne possano modificarne la natura.

Come si vede ogni fazione comprende un pianeta benefico ed uno malefico, anche se l'appartenenza dei due malefici alle fazioni così come assegnate dagli antichi trova ancora oggi qualche difficoltà ad essere compresa.

Marte è secondo la tradizione eccessivamente secco e questa sua natura esagerata lo porta verso estremismi  ancor più pericolosi e dannosi quando si trova nelle ora diurne sottoposto al calore disseccante del sole, condizione che lo farebbe agire in maniera esagerata, pertanto gli antichi consideravano Marte più utile e benefico quando era posto in una carta notturna,  non agli ordini del Sole ma sottoposto invece all'azione calmante della Luna, più umida e fredda.
E' la stessa ragione che lo fa porre in esaltazione quando posto nel segno del Capricorno. in quanto l'eccessivo calore di Marte è mitigato e reso utilizzabile dalla freddezza del Capricorno.

Al contrario Saturno, molto freddo, è considerato troppo negativo in una carta notturna  che porterebbe  agli estremi la sua freddezza che diminuisce invece in carta diurna, dove è sottoposto al calore del Sole e ne vengono dunque smorzati gli aspetti negativi.
Anche Saturno trova la sua esaltazione nel segno della Bilancia, segno d'aria e quindi caldo e umido, che ne contrasta e mitiga gli estremi.

Queste sono le ragioni per cui Marte e Saturno sono inseriti in fazioni non in accordo alla loro natura, ma ciò che avevano in mente gli antichi era giustificare il fatto, così spesso riscontrabile nella realtà, che non sempre Marte e Saturno sono negativi come la loro natura potrebbe far pensare se considerata da sola; ecco che l'equilibrio trovato con la compensazione tra qualità della fazione e natura del pianeta è una condizione necessaria a spiegare caratteristiche altrimenti incomprensibili di certe nascite.
incisione del XVI secolo di Hans Holbein

La paola greca "hairesis" da cui i latini trassero la traduzione "Secta o Factio o Similitudo o haeresis" (da cui il termine moderno setta o fazione o similitudine) aveva in origine il significato di "scelta (di pensiero)" e in seguito in età greco/latina aveva preso il significato di "filosofia" e in epoca più tarda, dopo Costantino, aveva modificato ulteriormente il significato in  "setta religiosa" da cui deriva la parola moderna "eresia".
In arabo il termine Hairesis è stato tradotto con Hayyz oggi anglicizzato in Hayz e modificato in valore come vedremo tra poco.

Come abbiamo visto sopra un pianeta è "in Fazione" prima di tutto quando è la sua fazione, diurna o notturna che sia,  a prevalere nella carta, mettendolo quindi nelle migliori condizioni di agire secondo natura, ma il problema di questa antica tecnica è che vi sono anche altri modi validi per un pianeta per essere dichiarato in Fazione, modi che secondo alcune tradizioni astrologiche possono essere sommati tra loro al fine di trovare la loro influenza totale in una carta.


Al tempo della sua introduzione, circa 2000 anni fa, la tecnica veniva così usata: una volta tracciata la carta del cielo di nascita del soggetto a seconda dell'essere tale carta diurna o notturna si determinava innanzitutto quali pianeti erano della Fazione dominante la carta e quindi più attivi e quali invece della fazione contraria e quindi più passivi.

Il concetto di questa prima condizione di fazione è molto semplice ed elementare e cioè: i pianeti della fazione diurna sono favoriti di giorno e i pianeti della fazione notturna lo sono di notte, niente di più complicato di questo.

A questo punto veniva considerata una seconda condizione che vede favoriti (si diceva che i pianeti si rallegrassero o gioissero ) i pianeti diurni che sono piazzati nello stesso emisfero dove si trova il sole, di giorno sopra l'orizzonte e di notte sotto, mentre per i pianeti notturni vale la regola che si rallegrano se piazzati sotto l'orizzonte di giorno e sopra di notte.
Questa seconda condizione esprime il concetto che i pianeti diurni stanno bene se si trovano nello stesso emisfero del sole e quelli notturni nell'emisfero opposto.

Con il tempo si aggiunse una ulteriore condizione di "gioia" e cioè i pianeti diurni si rallegrano ulteriormente se sono in un segno zodiacale diurno e i pianeti notturni invece se in un segno notturno.
Questa terza condizione non ha a che fare, come per le prime due, con la posizione di un pianeta in relazione a quella del sole nella carta, ma solo con la similitudine o familiarità della natura del pianeta con quella del segno zodiacale in cui si trova.

La tradizione definisce diurni i segni maschili e notturni i segni femminili e ciò contribuisce a creare una certa confusione nel caso di Marte che è sì pianeta notturno ma di natura maschile e quindi non si capisce bene come si possano mettere d'accordo le due cose.

Statua di Al Biruni a Teheran
La questione era nota anche agli antichi e l'astrologo persiano Al Biruni dice chiaramente a tale proposito nel suo "Libro di Istruzioni sull'Arte dell'Astrologia"- cap. 496 , che per Marte vale il piazzamento in segno maschile e non in segno diurno, come se il genere del pianeta e del segno contassero in questo caso più dell'ora di nascita.
La questione non sarebbe sorta se non fosse che ben prima di Al Biruni alcune tradizioni astrologiche consideravano Marte un pianeta femminile, in quanto l'attribuzione dei miti greci alle stelle e pianeti del cielo è stata una operazione di molto posteriore alla nascita dell'astrologia e non deve stupire quindi che gli astrologi pre-ellenistici avessero delle idee diverse su quali pianeti erano maschili e quali femminili e quali fossero i loro attributi.
A proposito di Marte la questione rimane ancora aperta e non definitivamente risolta, a dire la verità gli astrologi, specie i moderni, nei loro libri generalmente evitano di proposito di citare questo problema di interpretazione così non devono prendere posizione né in senso né nell'altro.

Per sintetizzare abbiamo che; arrivati in epoca rinascimentale, sono tre le condizioni dei pianeti da prendere in considerazione per decidere se sono in fazione o meno e quindi della loro influenza sulla carta natale di un soggetto,  e sono in ordine di importanza:

1) pianeta diurno in carta diurna oppure pianeta notturno in carta notturna (questo è il criterio base che per molti astrologi prevale su gli altri)

2) pianeta diurno posto nello stesso emisfero del sole, pianeta notturno posto nell'altro emisfero rispetto al sole (questo criterio vale per tutti pianeti escluso il sole che è ovviamente sempre dalla sua stessa parte).

3) pianeta diurno posto in segno diurno (quindi maschile) e pianeta notturno posto in segno notturno (quindi femminile) eccetto (per alcuni) Marte che costituirebbe l'eccezione.

Quando vi è almeno una delle condizioni sopra esposte allora il pianeta è detto "in fazione" cioè attivo, se poi il suo piazzamento nella carta è tale da soddisfarne due (di solito le prime due citate, ma non per Al Biruni per il quale valgono invece solo le seconde due) se non tutte e tre le condizioni, allora il pianeta ha una influenza molto forte nella carta.
I pianeti che non soddisfano alcuna delle condizioni di cui sopra sono da considerarsi in ombra e secondo gli antichi subirebbero passivamente l'azione degli altri pianeti.
Diciamo che il concetto di forza o debolezza non va inteso come una vera e propria espressione misurabile di energia nella vita del soggetto ma come qualità dell'azione in favore o sfavore del soggetto.
Per finire diciamo che secondo la tradizione più antica i pianeti nella stessa fazione sono amici e si aiutano, mentre quelli appartenenti a due fazioni diverse riescono a collaborare con difficoltà.

Purtroppo non ci è stato tramandato molto materiale su come gli antichi usavano questa qualità nell'azione dei pianeti, a oggi non è nemmeno chiaro se una sola delle condizioni di fazione bastasse per fare di un pianeta un attore attivo della carta o dovesse essercene più di una, nè quali esattamente... e questa credo sia la ragione per cui questa tecnica è andata nel dimenticatoio, praticamente abbandonata dagli astrologi dopo il 17° secolo e solo in anni molto recenti, con la riscoperta e traduzione degli antichi testi, è ritornata in uso presso gli astrologi più tradizionalisti, anche se non mancano le discussioni e le divergenze.

Per fare un esempio di come veniva utilizzato il concetto di fazione, Doroteo di Sidone, astrologo greco di Alessandria vissuto verso nel primo secolo D.C. scrive nel suo Carmen Astrologicum, che se la Parte di Fortuna è aspettata da pianeti diurni in una carta diurna o pianeti notturni in carta notturna allora significa che vi sarà fortuna nella vita per il nativo (cap.26), la stessa cosa se il signore della triplicità della Parte di Fortuna aspetta il Sole di giorno o la Luna di notte (cap. 4).
Sembra quindi che per Doroteo di Sidone ad un pianeta qualsiasi basti essere della fazione predominante nella carta per essere considerato positivo almeno quanto uno dei due pianeti benefici tradizionali , Giove e Venere....
Ho riportato questo esempio solo a scopo informativo, avverto il lettore di non aver mai fatto uno studio approfondito su temi di persone reali per verificare quanto dichiarato da Doroteo di Sidone.

Purtroppo dopo la pubblicazione nel 1996 di un libro sull'argomento da parte dell'astrologo Robert Hand, si sono venuti a creare fraintendimenti sull'uso del termine Hayz che per Hand può essere applicato solo ad un pianeta che rispetta tutte e tre le condizioni sopra indicate mentre per gli autori più antichi i significati di Hayz e Sect (Fazione) erano perfettamente coincidenti dato che i termini Hayz=Hairesis=Secta=Fazione sono perfettamente corrispondenti essendo l'uno la traduzione dell'altro.
Gli astrologi di lingua inglese preferiscono usare il termine "Sect" per indicare la fazione.

Personalmente ne tengo conto solo come criterio aggiuntivo nelle mie analisi dei temi natali più complicati o ambigui,  per meglio qualificare l'influenza dei vari pianeti.
Credo però che, qualsiasi sia l'opinione in merito a questa tecnica, valga sempre la pena considerare come la condizione di Fazione sia un fattore che può neutralizzare almeno in parte la carica negativa dei pianeti cosiddetti malefici e farli agire in maniera invece più vantaggiosa per il nativo.

Per concludere, personalmente dò priorità ai concetti di dignità e debilità essenziali e accidentali e considero l'essere o meno in fazione come un elemento aggiuntivo, non decisivo se preso da solo ma lo chiamerei un elemento facilitatore o disturbatore nel tema.

Per spiegare la tecnica prenderò in esame il tema, già analizzato in altri post (qui e qui) di Marilyn Monroe.

Dal tema vediamo subito che la carta è diurna e quasi tutti i pianeti, eccetto Saturno, sono nello stesso emisfero del sole (sopra l'orizzonte) e in segni maschili, questo fa sì che i pianeti diurni siano tutti in tripla fazione eccetto Saturno.
Mercurio è in questa carta maschile e diurno per essere orientale al sole e a lui congiunto.

I pianeti notturni invece sono tutti fuori posto, essendo dalla parte sbagliata dell'orizzonte in una carta diurna, e in più la Luna è in segno maschile così come Venere e quindi entrambi i pianeti risultano ancor più in ombra.
Solo Marte sarebbe per alcuni in una condizione, anche se meno importante, di fazione per il fatto di essere in segno femminile. per altri invece esattamente il contrario e anche io considero in questa carta Marte come del tutto fuori fazione.

Cosa comporta questo? Guardiamo innanzitutto gli aspetti per vedere quali pianeti possono aiutarsi tra loro e quali nò.
Per far ciò dovremmo prendere in considerazione gli aspetti "per segno" e non gli aspetti moderni per orbita angolare, questa è una tecnica antica e dovrebbe essere usata secondo le regole del tempo in cui è stata introdotta; se non ci sentiamo proprio di adottare il sistema degli aspetti per segno almeno non facciamo l'errore di adottare aspetti moderni, ma solo quelli maggiori (Tolemaici).

Dei pianeti diurni Sole e Mercurio possono essere di reciproco aiuto, essendo sia in aspetto che nella stessa fazione,  anche Giove e Saturno sono in aspetto ma diciamo che è solo Giove a poter aiutare Saturno data la sua triplice condizione di fazione e non viceversa.

Dei pianeti notturni Marte, dotato o meno che sia di un minimo di fazione (per essere in segno femminile) non essendo in aspetto con gli altri pianeti femminili non può comunque essere loro di nessun aiuto.
Luna e Venere sono prive di qualsiasi condizione per essere considerate in  fazione e quindi, pur essendo tra loro in aspetto, non possono scambiarsi alcun favore.

Ecco come questa analisi si può aggiungere a quella già fatta negli altri post precedenti dando una maggiore profondità ad alcune delle considerazioni fatte allora.

Pianeti in Fazione
Sole: scambio facilitato di energia mentale (Gemelli) che si esplica attraverso la congiunzione con Mercurio suo dispositore, altri aspetti solo con pianeti fuori dalla propria fazione (per l'importanza di Mercurio nel tema di Marilyn Monroe vedi qui il mio post sull'argomento).

Una delle tante frasi attribuite alla Monroe
"Sono nata nel segno dei Gemelli, che sta per intelligenza..."

Giove e Saturno: i mariti, figure forti, presenti come figure sostitutive del padre, (governatore della casa 7a in 4a casa), il padre naturale assente e successivi patrigni tutti rivelatesi problematici,  Giove aiuta sì a colmare temporaneamente il vuoto ma comunque solo attraverso rapporti conflittuali tra l'immagine idealizzata e le persone reali trovate (aspetto di quadratura).

Pianeti non in Fazione
Marte: il suo ideale di uomo, isolato in 8a casa (la casa del sesso, dei soldi degli altri, del potere) fonte di disturbo essendo senza fazione.
Luna: la madre, assente e disturbata da presenze solo maschili, nessuna possibilità di dare o ricevere aiuto dagli altri pianeti femminili.
Venere: gli affetti, nessun aiuto dalla Luna (la madre e tutte le altre figure femminili della sua vita)che è si in aspetto ma fuori fazione, né da Marte (gli uomini) con cui non ha alcun aspetto.
Pertanto una Venere che ha dovuto arrangiarsi da sola contando sulle sue sole forze.

E forse è proprio guardando Venere nella carta di Marylin Monroe che si riesce ad intuire l'importanza che può assumere per un pianeta l'essere o non essere in fazione, dato che pur essendo considerata la Venere del XX secolo, la nostra sfortunata diva di Hollywood non è riuscita né a dare né a ricevere l'affetto che ha ricercato per tutta la vita, la sua Venere del tutto fuori fazione si è dimostrata fuori fase o fuori frequenza se preferite, incapace di mettersi in contatto con gli altri pianeti (e quindi col resto del mondo) se non attraverso il suo lavoro di attrice (Venere governatrice della 10a casa) e cioè in un modo che alla fine le ha procurato più problemi psicologici che altro.

Ritengo sia piuttosto difficile oggi riuscire ad utilizzare questa tecnica esattamente così come la utilizzavano i nostri antichi maestri, manca a noi una prospettiva adeguata per l'interpretazione di una carta natale con i metodi più antichi, e questo purtroppo o per fortuna vale per questa come per molte altre regole dell'astrologia classica, ma ciò non vuol dire che non si possa farne egualmente buon uso se presa, come andrebbe preso tutto, cum grano salis...