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venerdì 29 novembre 2013

Segni zodiacali, la loro suddivisione secondo la tradizione.

Zodiaco del XI secolo con la figura di Cristo al centro
e le quattro stagioni negli angoli 
Una parte di quanto contenuto in questo post, quella sui segni mobili o doppi,  è stata estratta dal mio post precedente su Edward Snowden (qui il post) ma visto che la trattazione dei segni doppi aveva preso il sopravvento sul resto e da semplice "inciso" era diventata quasi il tema dominante, facendo perdere leggibilità all'articolo, ho preferito stralciare parte del contenuto dal post per migliorarne la comprensibilità e ho allargato la parte stralciata per fare un articolo centrato solo su quell'argomento.

I segni zodiacali. anche se sono una cosa ben diversa dalle costellazioni con lo stesso nome (qui un mio post sull'argomento) hanno preso dalle costellazioni non solo il nome ma anche le loro raffigurazioni e simbolismi e su quella base e sulla loro coincidenza con il passare delle stagioni è stata costruita la suddivisione dello zodiaco.

Lasciando perdere le sorgenti della tradizione astrologica antecedente a Tolomeo, di cui abbiamo notizie poche e contrastanti, diciamo che fu proprio Tolomeo il primo a dare una sorta di spiegazione logica o scientifica (secondo la scienza di allora sia chiaro!) alla classificazione usata al suo tempo dei segni zodiacali.

Nel suo Tetrabiblos, forse uno dei libri più consultati al mondo, certamente il più consultato dagli astrologi di tutte le epoche, dopo aver parlato delle stagioni dell'anno, di solstizi ed equinozi  e introdotto quindi il concetto di astrologia tropica, che dipende dal trascorrere delle stagioni, Tolomeo riporta (libro I , cap.12-13) una classificazioni dei segni che è divenuta la base da cui sono partiti tutti gli astrologi nei loro studi.

Segni equinoziali, solstiziali, fissi e mobili

Secondo Tolomeo i segni si dividono in equinoziali, solstiziali, fissi e mobili, questa è la sua prima e più importante definizione dei segni.

     I segni equinoziali e solstiziali sono quei segni che iniziano nel giorno in cui si verificano gli equinozi e i solstizi, e sono quindi Ariete, Bilancia, Cancro e Capricorno, oggi noi li chiamiamo segni Cardinali poiché corrispondono ai quattro cardini del cielo Nord, Sud, Est e Ovest, e cioè ai quattro punti che segnano il cambiare delle stagioni, sono segni contraddistinti dalla qualità di movimento, in avanti, di inizio, di apertura.

   I segni fissi sono invece quelli che seguono immediatamente i segni  equinoziali e solstiziali, e sono il Toro, il Leone, lo Scorpione e l'Acquario.
I segni fissi devono il loro nome al fatto che le qualità stagionali dei segni cardinali nel frattempo si sono consolidate e quindi le qualità dei segni fissi corrispondono in modo più stabile e ben definito alle qualità della stagione corrispondente, fredda o calda, umida o secca.
I segni fissi sono caratterizzati quindi dalla mancanza di movimento, dalla staticità, dalla immobilità.

    I segni mobili sono quelli che nell'ordine dello zodiaco seguono in segni fissi e poiché si trovano tra i fissi e i cardinali, non possiedono qualità propria ma mostrano un po' delle qualità di entrambi, tornando alle stagioni diciamo che in questi periodi (e quindi in questi segni) si possono avere sia il colpo di coda della stagione che sta passando che un anticipo di quella che sta per arrivare e magari anche più di una alternanza tra le due condizioni, inframezzate da periodi di stasi, da qui la qualità intrinseca dei segni mobili e cioè la variabilità, la mutabilità, la trasformazione. 
I segni mobili sono i Gemelli, la Vergine, il Sagittario, i Pesci.


Attenzione che nel tempo si è fatta molta confusione nei testi tra segni mutabili e mobili, nelle definizioni in lingua inglese il termine "movable" cioè mobile sta a indicare i segni cardinali e non quelli mobili che vengono invece chiamati "mutable" o anche "common".

Attenzione che anche in Italia alcuni preferiscono il termine "mutabile" a quello di "mobile", io qui li userò entrambi per indicare Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci.

Diciamo che la confusione nei termini deriva dal fatto che, a partire dal medio evo, i segni cardinali sono stati per molti secoli, fino al Rinascimento, trattati come noi trattiamo oggi i segni mobili, come se le loro caratteristiche predominanti fossero la variabilità, la volubilità.

E' un fatto che i segni cardinali sono mobili ma la loro è un tipo di mobilità completamente diversa da quella dei segni mobili/mutabili.
I segni cardinali possiedono la mobilità dell'iniziare, del cominciare, del partire, del passare da una condizione ad una diversa e successiva che dipende da un ciclo ben fissato, la mobilità dei segni cardinali non è mai casuale.
E' segno cardinale il Capricorno che posto all'inizio dell'inverno si lascia alle spalle l'autunno e porta definitivamente la stagione nel freddo di Gennaio, peggiorando le condizioni giorno dopo giorno.
Capricorno

I segni mobili possiedono invece la mobilità della foglia al vento, dettata dal caso, una mobilità senza direzione precisa o fissa e che può alternarsi a momenti di stasi.
E' il segno dei Pesci che posto tra inverno e primavera porta, a periodi alterni, un pò di quello e un pò di questa.
Naturalmente dobbiamo ricordarci che l'astrologia non è nata a Stoccolma o a Parigi o a Roma ma in Mesopotamia ed è stata poi affinata nel bacino del mediterraneo da Greci e Latini, tutto nasce da una visione del mondo così come lo si conosceva allora e le stagioni erano quelle di allora a quelle latitudini....

Segni maschili e femminili, segni diurni e notturni

Proseguendo nella sua classificazione Tolomeo scrive che i segni sono stati suddivisi anche in un altro modo e cioè secondo la loro essenza diurna e notturna, e poiché giorno e notte hanno qualità equiparabili a quelle di uomo e donna ecco che sei segni sono stati dichiarati maschili e diurni e altri sei femminili e notturni.
Questi segni si alternano tra loro poiché, dice Tolomeo, essi sono congiunti e alternati così come accade per il giorno e la notte e per l'uomo e la donna.
Lo zodiaco inizia pertanto con l'Ariete diurno e maschile per finire con i Pesci, notturno e femminile.
Tolomeo menziona anche altri modi, usati da altre scuole di astrologia, di suddividere i segni secondo i concetti mascolinità e femminilità, ma non cita le fonti né mostra di prenderli molto in considerazione.

Ulteriori classificazioni e i segni doppi

Tolomeo parla, sempre nel capitolo 13 del libro I del Tetrabiblos, anche di altre suddivisioni, come i segni terrestri, dominanti, fecondi, e quadrupedi ma non dà loro la stessa importanza delle suddivisioni di cui sopra e ne rimanda la spiegazione ai punti del suo libro dove tali definizioni sono usate a scopo predittivo.
Curiosamente in questo capitolo dedicato alle classificazioni dei segni non usa mai il termine "segni doppi" ma usa questa definizione in capitoli successivi dando per scontato che i segni doppi siano i segni mobili o mutabili.
I segni mutabili vengono anche oggi chiamati segni doppi o bi-corporei poichè nelle raffigurazioni sono costituiti da figure doppie, e di conseguenza, per analogia, sono sempre stati accusati dagli astrologi post-Tolomeo di "doppiezza", cioè di falsità intrinseca, nel proprio comportamento anche se secondo il mio parere ciò non corrisponde molto alla realtà nè riguardo alle raffigurazioni nè riguardo alle caratteristiche comportamentali.
La sola doppiezza che viene in origine implicitamente a loro assegnata da Tolomeo è quella che deriva dal mostrare sia caratteristiche dei segni cardinali che di quelli fissi.
Diciamo che tra i segni mutabili quelli che manifestano in maniera più evidente le doti di adattabilità, mutabilità e trasformismo tipiche dei segni mobili sono sopratutto il segno dei Gemelli e quello dei Pesci, questi segni appartengono infatti rispettivamente alle triplicità d'aria e acqua, e sono per loro intrinseca natura senza forma propria e possono invece assumere la forma dei recipienti usati per contenerli.
Facile (anche se non sempre giusto) assegnare a questi due segni la condizione di segni caratterialmente doppi, cioè che esprimono doppiezza nel loro comportamento, ma gli altri?

Come si vedrà il problema con i segni doppi è ...doppio...nel senso che ha a che vedere sia con le raffigurazioni che con le qualità caratteriali assegnate.

Per il primo punto è facile vedere che mentre alcuni tra i segni doppi o bicorporei sono effettivamente costituiti da due figure (corpi) altri invece non rispondono a questa descrizione.
Diciamo che i Gemelli sono l'unico vero segno doppio/bicorporale perfettamente in accordo con la definizione essendo rappresentato sia nell'iconografia classica che moderna da i due fratelli gemelli più famosi della storia dopo Romolo e Remo, cioè Castore e Polluce e che nella corrispondente costellazione sono le due stelle più luminose. 

Anche il segno dei Pesci è correttamente indicato come doppio dato che viene rappresentato da due pesci uguali uniti da un laccio, il Sagittario è invece un segno doppio alquanto anomalo in quanto formato da un busto di uomo su un corpo di cavallo, quindi da due parti non uguali e nemmeno simili tra loro, la Vergine è infine il segno che corrisponde meno, direi anzi che non corrisponde per niente, al concetto di figura doppia in quanto, a seconda dell'autore e della tradizione seguita, il segno è rappresentato da una donna con in braccio una colomba oppure con in braccio una spiga o fascio di grano appena falciato o un ramo frondoso.

A questo punto, se il segni del Sagittario e della Vergine possono essere definiti doppi, ci si potrebbe chiedere perchè mai il Capricorno che è rappresentato da un animale mezzo capra e mezzo pesce, o anche la Bilancia che è costituita da due piatti uniti da un braccio oppure l'Aquario da sempre rappresentato come un uomo che regge un vaso d'acqua non siano stati anch'essi chiamati doppi.

Vergine e Sagittario, dovrebbero essere a mio avviso chiamati solo mutabili (o mobili se preferite) anche e sopratutto per non generare confusione sulle loro caratteristiche comportamentali, perchè qui dobbiamo parlare del secondo problema, quello della doppiezza intesa come difetto caratteriale.
Sia il segno del Sagittario che quello della Vergine non corrispondono affatto a questa descrizione, e senza alcun dubbio, almeno per me, il segno della Vergine, segno di terra, è quello a cui meno si adatta la definizione di "doppio" tra  tutti i segni dello zodiaco ed è difficile per me immaginare una persona con forti connotazioni Vergine comportarsi con "doppiezza" come si dovrebbe invece dedurre dalla definizione...

Secondo me, come già detto sopra, essendo il termine "doppio" subalterno a quello di "mutabile" andrebbe usato probabilmente usato solo per indicare le caratteristiche dei due segni doppi per eccellenza e cioè Gemelli e Pesci.
Naturalmente stiamo parlando delle qualità dei segni "puri", come capitano solo molto raramente in un tema natale (leggi qui il post su Edward Snowden, un raro esempio di persona con le caratteristiche del Gemelli DOC) , poichè di solito i segni non si manifestano mai nella loro purezza non è affatto detto che tutte le persone con il sole in Gemelli si comportino nella vita con doppiezza, lasciamo che siano gli astrologi segnosolari a raccontare queste storielle, ogni tema va visto nel suo insieme e le tendenze di un pianeta (anche del Sole) possono essere compensate e modificate da altri fattori presenti nel cielo di nascita.

giovedì 20 gennaio 2011

Le Cuspidi, queste sconosciute...

Capita spesso di trovare nelle discussioni sui forum astrologici riferimenti alle cuspidi dei segni e delle case, ma chi usa questo termine commette due errori abbastanza importanti, seppure senza rendersene conto.
Zodiaco di Dendera
Innanzitutto cuspide deriva dalla parola latina "cuspis, cuspidis" che significa: punta di lancia ed oggi i suoi significati principali sono: in architettura "cuspide di una chiesa in stile romanico o gotico, sta a indicare la parte alta e terminale della facciata, costituita da un triangolo  di solito ornato o forato, con un vertice in alto";  in armeria (così come già anticamente) "punta di lancia, di freccia"; in geometria "punto doppio di una curva piana, in cui la curvatura cambia direzione".
In astrologia la parola cuspide è usata per indicare il confine tra due segni zodiacali o tra due case, uso ormai divenuto talmente comune e accettato che sarebbe assolutamente inutile cercare di cambiarlo.
Ma vediamo perchè la parola cuspide viene usata in maniera impropria nei due casi, e precisamente quando si parla di segni zodiacali la cuspide tra due segni proprio non c'è e pertanto non bisognerebbe usarne il significato, si dovrebbe invece parlare a tutti gli effetti di "confine", quando si parla di case invece la cuspide c'è e dovrebbe essere usata come significato ma viene invece usato il significato di confine che con la cuspide non c'entra per nulla.... a volte gli astrologi moderni vanno in confusione con poco....

1) Cuspide nei Segni Zodiacali.

Qui si dovrebbe parlare sempre e solo di "confine, bordo, limite" non di cuspide, il primo grado di un segno non è più alto del trentesimo o viceversa, non ci sono punte o spigoli, c'è solo un confine, pertanto in questo caso si dovrebbe parlare semplicemente di uso improprio del termine da un punto di vista filologico, un uso però ormai invalso da secoli e quindi tanto vale tenerlo così com'è.

Tutto potrebbe finire qui, se non ci fosse l'abitudine da parte di molti astrologi moderni a classificare le persone nate con il sole cosidetto "in cuspide" nell'ultimo grado di un segno o nel primo grado di quello seguente come appartenenti ad una razza mista, così che una persona nata con il sole negli ultimi gradi del Cancro o nei primi gradi del Leone non sarebbe proprio del Cancro o del Leone ma avrebbe caratteristiche miste tra i due, una specie di Cancrone o di Leancro, quello che più vi piace...

Naturalmente tutto questo non è mai stato previsto e descritto dall'astrologia classica in uso fino agli inizi del XX° secolo, e ancora oggi, se Dio vuole, sono  un buon numero gli astrologi che considerano il sole totalmente in un segno fino all'ultimo minuto secondo, per cui se ad esempio il sole è al 29° 59' e 59'' del Cancro si parla di Cancro e basta.
In questo post l'analisi astrologica di un personaggio famoso nato, secondo alcuni sprovveduti, in cuspide e che dimostra quanto sbagliata, inutile e dannosa sia questa regola inventata dagli astrologi moderni..

Di solito i dubbi nascono quando si dà troppa importanza al Sole in un tema natale, sottovalutando invece l'importanza dei pianeti più interni e cioè Venere, Marte e sopratutto Mercurio, pianeti che sono sempre abbastanza vicini al sole e quindi possono trovarsi molto spesso nel segno adiacente.

Può capitare benissimo il caso di una persona con il sole all'ultimo grado della Vergine, con Mercurio più Marte e Venere in Bilancia e se ci aggiungiamo magari anche la Luna, ecco che in modo perfettamente logico e conforme alle regole dell'astrologia questa persona manifesterà un carattere misto Vergine e Bilancia, senza per questo dover scomodare improbabili influenze sul Sole da parte del segno contiguo.

La sudddivisione del cerchio zodiacale tra i 12 segni è assolutamente simbolica, non ha niente a che vedere con l'effettiva disposizione in cielo delle costellazioni omonime, ad ogni segno è stato assegnato un arco pari a 30° e su questi gradi esso esercita la sua influenza a prescindere se un pianeta vi è appena entrato  o si trova a metà del percorso.

Per ulteriori spiegazioni sull'argomento dei segni zodiacali e costellazioni qui trovate un post recente sulla differenza tra segni e costellazioni.

2) Cuspidi delle Case Astrologiche

Con la stessa logica usata più sopra anche l'uso del termine cuspide per indicare il confine tra due case astrologiche contigue potrebbe sembrare  improprio ma qui invece è necessario fare una piccola digressione sul significato del termine casa astrologica e sul suo uso, da cui si vedrà che il termine cuspide  è esattamente il termine più adatto a definire  quel punto situato sul circolo zodiacale di massima potenza simbolica ma che molti considerano sbagliando, come una separazione tra una casa e l'altra.

Le case astrologiche sono partizioni del cielo che servono per stabilire un collegamento tra la posizione  dei pianeti e un dato luogo sulla terra durante il loro moto nel cielo, chiamato moto primario per distinguerlo dal loro moto secondario o siderale (cioè il moto dei pianeti rispetto alla sfera delle stelle).
Attraverso questo collegamento le case sono state usate sin dal principio come significatrici di ciò che è terreno, relativo a ciò che accade al nativo sulla terra, creando quindi una netta distinzione tra ciò che è celeste (i segni) e ciò che è terrestre (le case).
Uno dei più grossi delitti commessi dai moderni praticanti dell'Arte Astrologica, nei riguardi proprio dell'Arte stessa, è il rimescolamento di tali proprietà, con lo scambio dei significati tra segni e case, ma questo è un altro discorso e ci tornerò sopra con un altro post.

All'inizio, più o meno 4000 anni fa, quando l'astrologia era astronomia e tutto si svolgeva osservando direttamente le stelle nel cielo, questo non era diviso in 12 case ma semplicemente in due parti rappresentanti il cielo sopra e sotto l'orizzonte, con i punti dove il sole tramontava e nasceva a fare da angoli principali del tema.
Il termine oroscopo definisce proprio l'ascendente, il segno che sorge all'orizzonte in un dato luogo.
In seguito venne ad aggiungersi un altro punto facile da vedere e calcolare, l'azimut e quindi con lui il Nadir, oggi il MC (Medium Coeli) e IC (Imum Coeli) e con questi due punti il cielo veniva diviso in quattro quarti.
Questa divisione aveva molto in comune con la pratiche di divinazione affidate alla lettura del fegato di animali sacri (epatoscopia), fegati che venivano divisi, dai sacerdoti addetti ai riti, in zone aventi un riferimento ai punti cardinali.

Seguì anche una divisione in otto che ebbe poca fortuna, la divisione in dodici poteva soddisfare molto meglio le necessità di abbinamento tra segni e case e tra case e pianeti, inoltre permetteva una migliore definizione e suddivisione degli eventi che caratterizzano la vita dell'uomo e che sarebbero diventati col tempo caratteristici di ogni casa.
Per molto tempo le case coincisero con i segni e si contavano considerando come prima casa il segno in cui cadeva l'ascendente, pratica ancora oggi usata da molti astrologi.
Non era una divisione così dettagliata come la suddivisione dei fegati di animale che poteva raggiungere le 16 parti ma ne era una evidente simulazione.

Sappiamo che già al tempo di Marco Manilio (4 d.c.) le dodici case  erano di uso comune e da qui in poi il problema fu solo il decidere quale sistema scegliere per suddividere i 360° passando dai quarti ai dodicesimi.

Volendo mettere l'uno sull'altro tutti i libri scritti sull'argomento del calcolo delle case, la cosìdetta domificazione, la pila sarebbe così alta che saremmo costretti a servirci di una scala da pompieri per arrivare a posare gli ultimi volumi, siccome la domificazione non è nemmeno il tema del post lascio che ognuno sia libero di pensare che il miglior sistema tra tutti è quello che sta usando in questo momento.

Il vero problema infatti non è calcolare dove cadono le cuspidi delle case ma è invece l'uso errato che se ne fà.

Il primo a menzionare la regola secondo la quale i pianeti devono essere considerati in una casa  anche se sono posizionati fino a cinque gradi in quella precedente è stato Tolomeo (180 D.C.), e da quì in poi, attraverso i secoli, le cose si sono talmente ingarbugliate e confuse, causa mancanza di testi, errori di trascrizione, difficoltà a tradurre gli originali, confusione nel capire le intenzioni di chi aveva scritto ecc. ecc. che tuttora nessun studioso di astrologia può dire di aver capito esattamente cosa ne pensasse Tolomeo, i suoi posteri e perchè la pensassero così.
Una cosa è però certa, a prescindere dal sistema di domificazione usato, tutti gli astrologi del passato (e moltissimi anche del presente) hanno sempre fatto cadere l'inizio di una casa circa 5 gradi prima della sua cuspide, ovviamente anche la fine della casa sarà circa 5 gradi prima della cuspide seguente.

Per le case intermedie non è poi un gran problema, ma se prendiamo in considerazione i quattro angoli della carta natale e specialmente l'Asc vedremo subito che seguire o meno questa regola è di importanza fondamentale.
Considerare in prima casa un Saturno situato ad esempio a 15° Bilancia con ASC a 19° Bilancia determina una differenza assolutamente non trascurabile nella lettura del tema, avere Saturno in 1a o 12a casa fa una enorme differenza per qualsiasi individuo.

In quanto alla pratica astrologica essa dice che le cose stanno proprio così, un pianeta influisce su una casa tanto più in maniera evidente quanto più vicino è alla sua cuspide, sia che la preceda o che la segua.

I lavori di Gauquelin a metà dello scorso secolo hanno dato una impronta matematica a ciò che gli astrologhi sapevano per esperienza personale, e cioè che più vicino ad un angolo è un pianeta e più forte è la sua influenza, sia che il pianeta segua la cuspide o la preceda.

La conseguenza più immediata di quanto esposto è che le cuspidi sono punti di attrazione e i pianeti acquistano importanza con la vicinanza alla cuspide.

Come in una stanza ricavata in soffitta e posta direttamente sotto al colmo (cioè la cuspide) del tetto  dove al centro si può stare in piedi mentre ai lati l'altezza ridotta del soffitto permette solo di stare seduti, così la cuspide di una casa astrologica segna il punto dove maggiore è la libertà del pianeta di manifestarsi, dove è in definitiva più a suo agio, più forte, mentre più lontano si trova dalla cuspide minore è la sua forza poichè maggiori sono le restrizioni.
Come aiuto per memorizzare quanto sopra, possiamo considerare la cuspide delle case come il luogo centro dell'azione, più lontani si è dalla cuspide più lontani si è dall'azione.

Per quanto precisi possano essere i metodi di domificazione oggi (e con i computer si possono avere precisioni inimmaginabili) le cuspidi delle case non sono dei confini tra le case, quindi in teoria non oltrepassabili, ma sono soltanto dei punti  vicino ai quali maggiore è la forza e quindi l'importanza di un pianeta per ciò che riguarda i simbolismi/significati della casa che inizia con quella cuspide.
Guido Bonatti

Quanti gradi si debbano considerare nella pratica come necessari perchè una cuspide possa, diciamo così, ricevere un pianeta entro i suoi confini non è cosa risolta nè si risolverà mai, le cuspidi sono dei punti "flottanti" e la loro determinazione esatta è importante solo nel calcolo delle direzioni primarie, in tutti gli altri casi in genere si considera valida la regola dei 5°, tenendo conto che le case angolari sono più forti delle succedenti e queste più delle cadenti.

Guido Bonatti (Guidus Bonatus) il più famoso astrologo Italiano del 1300 considerava 8° per le case angolari, 5° per le succedenti e 3° per quelle cadenti.
William Lilly nel 17° secolo seguiva la regola dei 5° ma con assoluta libertà di aumentare o diminuire questo arco a seconda di come gli... pareva.
Ciro Discepolo ai nostri giorni considera invece 3°-4° nelle sue interpretazioni delle Rivoluzioni Solari.

Il mio avviso è che non ha molta importanza quanti gradi si tengano, ma che è importante ricordarsi di considerare sempre questa regola nell'interpretazione di un cielo natale e trattare le cuspidi delle case proprio come cuspidi e cioè punti di massima forza e non come confini.