giovedì 20 ottobre 2011

Andrea Zanzotto, un grande che ci lascia

Un grande che ci lascia ma le sue poesie restano, la sua complessa opera che trova i primi successi negli anni 50, rimane a testimoniare di un poeta come pochi chiuso e completo nelle sue parole, infinite parole.
Ho con Zanzotto un rapporto ormai trentennale di conoscenza e riconoscenza, non che ci conoscessimo, neanche per sbaglio, ma  appartenie a quella magra schiera di autori che leggo e a cui ero e sono grato di esistere e di scrivere.
Le sue tematiche, per quanto filosofiche o esistenziali potessero essere, avevano sempre come sfondo la realtà del suo ambiente, che fosse a rappresentarla la terra  o il cielo stesso erano sempre la terra e il cielo del suo Veneto, erano i suoi monti, i suoi alberi e orti e acque e stelle...e gli uomini e donne del suo paese intenti a sopravvivere, al poeta assediato da mille inquietudini restava solo l'aggrapparsi alla forza e l'incanto della musica delle parole, vecchie e nuove o inventate...una musica a volte strana la sua, certamente la più individuale e personale di tutti i poeti italiani del novecento.
Non sono un critico letterario e lascio ad altri il compito di fare l'elegia dell'uomo e poeta..io, in questo mio blog d'astrologia, mi limiterò a proporre la poesia che mi ha conquistato all'inizio e poi alcuni versi, almeno nel titolo, attinenti all'argomento astrologico; infine una brevissima analisi del suo tema natale.

(da "Dietro il paesaggio" 1940-1948)

Ormai

Ormai la primula e il calore
ai piedi e il verde acume de mondo

I tappeti scoperti
le logge vibrate dal vento ed il sole
tranquillo baco di spinosi boschi;
il mio male lontano, la sete distinta
come un'altra vita nel petto

Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio
Qui volgere le spalle.


(da "Vocativo" 1949-1956)

Dal cielo
Se in te mi esprime il risveglio
se io tutto
avvampo e sono mente,
io tuo seno, realtà;
brevi figure tra cui svolse
il suo debole senso la mia vita,
lieto e aspro rifugio
che l'alba senza affanni e il sole
già sommuove di pura meraviglia,
ecco il dono e l'azzurro
usciti dalla morte,
ecco supero il corpo
mio impoverito e il respiro
e tutto da te riconosco,
cielo, felicità di fibre miti
di felci e brine,
conclusiva diafana ebrietà,
intransigente e fulgida
causa che stai nel vero.

..........................
..........................
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Mani, lingua, respiro,
dal cielo è questo mio conoscervi,
dal cielo vita immemore
ti componi al tuo sguardo e il tuo sguardo
dal cielo si compone.
E in volo di mattino si riannuncia
a sè quanto da sè fu oppresso:
vedere, udire, ancora
a me nuovi ritornano?
E questo io possso donde
la faglia senza fondo mi divelse
e, fatto sangue, nelle congiunture
nuove che il mondo affermano,
viventi sensi, muovere a me stesso?
Riproposte realtà
qui dal vuoto che smuore
vi attendo perchè io sia. Dal cielo
è la pietà che il mondo fa consistere.
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Zanzotto era nato a Pieve di Soligo il 10 Ottobre 1921 e dunque ecco ancora una volta si ripete l'evento, troppo frequente per essere un effetto del caso, di una persona che, raggiunto un certo traguardo di vita , viene a mancare proprio nei giorni vicini al compleanno, di solito la cosa la si può vedere nella RS del soggetto ma di Andrea Zanzotto non conosciamo l'ora di nascita e quindi non possiamo fare che illazioni.
Il suo tema natale è abbastanza privo di spunti sensazionalistici, brilla una Luna in Aquario, la sua voglia di sperimentazione, desiderio di sorprendere, nessuno forse lo ha mai conosciuto pienamente, complice la sua testardaggine di autore autoesiliato in provincia. Essendo il tema privo dell'ora di nascita gi aspetti della Luna non li considero.

Mercurio in gran trigono con  Urano e Plutone, da cui riceve la forza subliminale e la capacità di invenzione, per una costruzione sempre potente e sorprendente del verso. Quel Mercurio significa anche una mai esausta voglia di sapere e conoscere, poteva scrivere in italiano ma anche in greco o francese o tedesco, tutte lingue che aveva studiato per potersi leggere in lingua originale i poeti classici.
Mercurio infine in sestile con Marte e Venere congiunti in Vergine, l'arte non solo guardata ma sottoposta ad una inesauribile energia creativa, capacità e voglia di fare al servizio dello scrivere, questo ci dice la congiunzione di Venere e Marte poichè ambedue sono disposti da Mercurio governatore della Vergine. 

Il suo mestiere era quello di poeta ma fu insegnante e preside di scuola poichè ciò che contava per lui era rimanere nel suo ambiente ed lì essere utile.

Ci rimane la sua opera, anni e anni di lettura per chi volesse veramente penetrare il mondo di Andrea Zanzotto.

2 commenti:

nia ha detto...

Le esistenze come quelle di Zanzotto secondo me riempiono sempre dei vuoti, e così è stato per la sua vita.
La sua poesia è sempre stata caratterizzata molto dai suoi luoghi di appartenenza e, a mio avviso, pur riconoscendone la grandezza a volte ho pensato fosse anche un limite...
Anch'io ho riflettuto sui giorni precedendi la rivoluzione, visto che un signore che conosco è morto anche lui prima del suo compleanno che era ormai prossimo e in modo lampo, proprio come a voler significare che era arrivato proprio lì e stop, non c'erano più possibilità di procedere.
Buona domenica!

Saturnello ha detto...

nelle Rs i periodi che vanno da un mese prima a un mese dopo il compleanno sono quelli statisticamente più pericolosi, almeno secondo Discepolo(anche se lui per l'esattezza dice 20gg e non un mese)ma anche io ho riscontrato una buona concordanza con questa regola in moltissimi casi.